| "Supponete che stiamo seguendo questa coscienza di Kṛṣṇa. Ora, la morte può arrivare immediatamente. Moriamo tutti. Perciò Nārada Muni ci incoraggia che punar eva tato svedva(?): "Sia che moriamo o che talvolta cadiamo..." Perché māyā e Kṛṣṇa sono fianco a fianco. "Va tutto bene. Siamo nella coscienza di Kṛṣṇa. Ma se cadiamo...," vrase vā tadā sva-dharma tyāga nimitta narthāśraya(?), "allora avete abbandonato ogni altro vostro dovere. Quindi, per aver abbandonato i vostri doveri, deve esserci una qualche punizione." Non intendo tra le punizioni di questo mondo. Proprio come, in accordo al sistema Vedico, ci sono brāhmaṇa, kṣatriya; per esempio, proprio come Kṛṣṇa consigliò Arjuna che "Tu sei uno kṣatriya. Quindi se muori in questo combattimento, allora la porta del paradiso per te è aperta." Perché, in accordo agli śāstra, se uno kṣatriya muore mentre combatte, allora automaticamente ottiene la promozione ai pianeti paradisiaci. E se se ne va, abbandonando il combattimento, allora va all'inferno. Quindi similmente, se uno non compie i propri doveri, doveri prescritti, allora cade."
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