"Quando il devoto, o il servitore di Kṛṣṇa, dice qualcosa, anche se è sbagliato, Kṛṣṇa lo sostiene. Kaunteya pratijānīhi na me bhaktaḥ pranaśyati (BG 9.31). Così anche se ci dovesse essere qualche errore, ugualmente, Kṛṣṇa lo supporta, perché pensa: "Ciò che il mio servitore ha promesso, deve essere realizzato." Pertanto Prahlāda Mahārāja, nel versetto precedente, ha dichiarato: tava bhṛtya-pārśva. Servire il servitore di Kṛṣṇa, è meglio che servire direttamente Kṛṣṇa, perché se il servitore di Kṛṣṇa promette qualcosa, o dichiara: "Vi porterò a Kṛṣṇaloka," voi ci dovrete andare. Nemmeno Kṛṣṇa lo fa. Può, ma non lo dice molto facilmente. Tuttavia, se un servitore . . . Yasya prasādād bhagavat-prasādaḥ. Perciò la nostra filosofia è compiacere il servitore di Dio, tad-bhṛtya, bhṛtyasya bhṛtya. Allora è molto bello."
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