IT/Prabhupada 0436 - Contento in Ogni Caso e Interessato Solo Alla Coscienza di Krishna: Difference between revisions

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Devoto: Verso 11, Il Signore Beato disse: "Sebbene tu dica sagge parole ti lamenti senza ragione. Il saggio nonsi lamenta né per i vivi né per i morti ([[Vanisource:BG 2.11|BG 2.11]]). " SPIEGAZIONE: "Il Signore prende immediatamente il posto di maestro e rimprovera il Suo studente accusandolo indirettamente d’ignoranza. Il Signore disse: “Tu parli con molta erudizione, ma ignori che il vero erudito, uno che conosce cos'è il corpo e cos'è l’anima, non si lamenta per nessuna fase del corpo, né nella condizione viva che quella morta. Come spiegato nei capitoli successivi, sarà chiaro che conoscenza significa conoscere materia e spirito e il controllore di entrambi. Arjuna ha sostenuto che i principi religiosi dovrebbero essere più importanti che la politica o la sociologia, ma non sapeva che la conoscenza della materia, dell'anima e del Supremo è più importante delle formule religiose. E poiché era carente in quella conoscenza; non avrebbe dovuto porsi come un uomo molto colto. Siccome egli non era un uomo molto colto di conseguenza si stava lamentando per qualcosa che era indegna di lamento. Il corpo nasce ed è destinato ad essere vinto, oggi o domani. Quindi il corpo non è importante quanto l'anima. Uno che conosce ciò è realmente erudito. Per lui non vi è alcun motivo di lamento in qualsiasi fase del corpo materiale".
Devoto: Verso 11, Il Signore Beato disse: "Sebbene tu dica sagge parole ti lamenti senza ragione. Il saggio nonsi lamenta né per i vivi né per i morti ([[Vanisource:BG 2.11 (1972)|BG 2.11]]). " SPIEGAZIONE: "Il Signore prende immediatamente il posto di maestro e rimprovera il Suo studente accusandolo indirettamente d’ignoranza. Il Signore disse: “Tu parli con molta erudizione, ma ignori che il vero erudito, uno che conosce cos'è il corpo e cos'è l’anima, non si lamenta per nessuna fase del corpo, né nella condizione viva che quella morta. Come spiegato nei capitoli successivi, sarà chiaro che conoscenza significa conoscere materia e spirito e il controllore di entrambi. Arjuna ha sostenuto che i principi religiosi dovrebbero essere più importanti che la politica o la sociologia, ma non sapeva che la conoscenza della materia, dell'anima e del Supremo è più importante delle formule religiose. E poiché era carente in quella conoscenza; non avrebbe dovuto porsi come un uomo molto colto. Siccome egli non era un uomo molto colto di conseguenza si stava lamentando per qualcosa che era indegna di lamento. Il corpo nasce ed è destinato ad essere vinto, oggi o domani. Quindi il corpo non è importante quanto l'anima. Uno che conosce ciò è realmente erudito. Per lui non vi è alcun motivo di lamento in qualsiasi fase del corpo materiale".


Prabhupāda: Egli dice, Krishna dice: "Questo corpo, sia vivo che morto, non dev'essere causa di lamento." Il corpo, supponendo che sia morto, non ha alcun valore. Qual è l'utiità di lamentarsi? Puoi lamentarti per molte migliaia di anni, non tornerà alla vita. Quindi non vi è alcun motivo di lamentarsi del corpo morto. E per quanto concerne l'anima spirituale, quella è eterna. Anche se sembra essere morta, con la morte di questo corpo non muore. Perché allora uno dovrebbe essere sopraffatto: "Oh, mio ​​padre è morto. Quel mio tale famigliare è morto", e piangere? Egli non è morto. Uno deve avere questa conoscenza. Sarà contento in ogni caso, e sarà interessato solo alla coscienza di Krishna. Non c'è nulla da lamentarsi per il corpo, sia vivo che morto. Ciò viene insegnato da Krishna in questo capitolo. Continua.
Prabhupāda: Egli dice, Krishna dice: "Questo corpo, sia vivo che morto, non dev'essere causa di lamento." Il corpo, supponendo che sia morto, non ha alcun valore. Qual è l'utiità di lamentarsi? Puoi lamentarti per molte migliaia di anni, non tornerà alla vita. Quindi non vi è alcun motivo di lamentarsi del corpo morto. E per quanto concerne l'anima spirituale, quella è eterna. Anche se sembra essere morta, con la morte di questo corpo non muore. Perché allora uno dovrebbe essere sopraffatto: "Oh, mio ​​padre è morto. Quel mio tale famigliare è morto", e piangere? Egli non è morto. Uno deve avere questa conoscenza. Sarà contento in ogni caso, e sarà interessato solo alla coscienza di Krishna. Non c'è nulla da lamentarsi per il corpo, sia vivo che morto. Ciò viene insegnato da Krishna in questo capitolo. Continua.


Devoto: "Mai ci fu un tempo in cui Io non esistessi, né tu, né tutti questi re. Né in futuro nessuno di noi cesserà di esistere ([[Vanisource:BG 2.12|BG 2.12]])." SPIEGAZIONE: "Nei Veda, nella Kaṭha Upaniṣad, così come nella Śvetāśvatara Upaniṣad, si dice che..."
Devoto: "Mai ci fu un tempo in cui Io non esistessi, né tu, né tutti questi re. Né in futuro nessuno di noi cesserà di esistere ([[Vanisource:BG 2.12 (1972)|BG 2.12]])." SPIEGAZIONE: "Nei Veda, nella Kaṭha Upaniṣad, così come nella Śvetāśvatara Upaniṣad, si dice che..."


Prabhupāda: (correggendo la pronuncia) Śvetāśvatara. Ci sono molte Upaniṣad, esse sono chiamate Veda. Le Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Proprio come in un capitolo c'è un titolo, allo stesso modo queste Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Ci sono 108 Upaniṣad principali. Tra quelle, nove Upaniṣad sono molto importanti. Tra quelle nove Upaniṣad, Śvetāśvatara Upaniṣad, Taittireya Upaniṣad, Aitareya Upaniṣad, Īśopaniṣad o Īśa Upaniṣad, Muṇḍaka Upaniṣad, Māṇḍūkya Upaniṣad, Kaṭhopaniṣad, queste Upaniṣad sono molto importanti. E ogni volta che si argomenta su qualche punto, si deve fare riferimento a queste Upaniṣad.
Prabhupāda: (correggendo la pronuncia) Śvetāśvatara. Ci sono molte Upaniṣad, esse sono chiamate Veda. Le Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Proprio come in un capitolo c'è un titolo, allo stesso modo queste Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Ci sono 108 Upaniṣad principali. Tra quelle, nove Upaniṣad sono molto importanti. Tra quelle nove Upaniṣad, Śvetāśvatara Upaniṣad, Taittireya Upaniṣad, Aitareya Upaniṣad, Īśopaniṣad o Īśa Upaniṣad, Muṇḍaka Upaniṣad, Māṇḍūkya Upaniṣad, Kaṭhopaniṣad, queste Upaniṣad sono molto importanti. E ogni volta che si argomenta su qualche punto, si deve fare riferimento a queste Upaniṣad.
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Latest revision as of 16:23, 28 September 2018



Lecture on BG 2.8-12 -- Los Angeles, November 27, 1968

Devoto: Verso 11, Il Signore Beato disse: "Sebbene tu dica sagge parole ti lamenti senza ragione. Il saggio nonsi lamenta né per i vivi né per i morti (BG 2.11). " SPIEGAZIONE: "Il Signore prende immediatamente il posto di maestro e rimprovera il Suo studente accusandolo indirettamente d’ignoranza. Il Signore disse: “Tu parli con molta erudizione, ma ignori che il vero erudito, uno che conosce cos'è il corpo e cos'è l’anima, non si lamenta per nessuna fase del corpo, né nella condizione viva che quella morta. Come spiegato nei capitoli successivi, sarà chiaro che conoscenza significa conoscere materia e spirito e il controllore di entrambi. Arjuna ha sostenuto che i principi religiosi dovrebbero essere più importanti che la politica o la sociologia, ma non sapeva che la conoscenza della materia, dell'anima e del Supremo è più importante delle formule religiose. E poiché era carente in quella conoscenza; non avrebbe dovuto porsi come un uomo molto colto. Siccome egli non era un uomo molto colto di conseguenza si stava lamentando per qualcosa che era indegna di lamento. Il corpo nasce ed è destinato ad essere vinto, oggi o domani. Quindi il corpo non è importante quanto l'anima. Uno che conosce ciò è realmente erudito. Per lui non vi è alcun motivo di lamento in qualsiasi fase del corpo materiale".

Prabhupāda: Egli dice, Krishna dice: "Questo corpo, sia vivo che morto, non dev'essere causa di lamento." Il corpo, supponendo che sia morto, non ha alcun valore. Qual è l'utiità di lamentarsi? Puoi lamentarti per molte migliaia di anni, non tornerà alla vita. Quindi non vi è alcun motivo di lamentarsi del corpo morto. E per quanto concerne l'anima spirituale, quella è eterna. Anche se sembra essere morta, con la morte di questo corpo non muore. Perché allora uno dovrebbe essere sopraffatto: "Oh, mio ​​padre è morto. Quel mio tale famigliare è morto", e piangere? Egli non è morto. Uno deve avere questa conoscenza. Sarà contento in ogni caso, e sarà interessato solo alla coscienza di Krishna. Non c'è nulla da lamentarsi per il corpo, sia vivo che morto. Ciò viene insegnato da Krishna in questo capitolo. Continua.

Devoto: "Mai ci fu un tempo in cui Io non esistessi, né tu, né tutti questi re. Né in futuro nessuno di noi cesserà di esistere (BG 2.12)." SPIEGAZIONE: "Nei Veda, nella Kaṭha Upaniṣad, così come nella Śvetāśvatara Upaniṣad, si dice che..."

Prabhupāda: (correggendo la pronuncia) Śvetāśvatara. Ci sono molte Upaniṣad, esse sono chiamate Veda. Le Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Proprio come in un capitolo c'è un titolo, allo stesso modo queste Upaniṣad sono i titoli dei Veda. Ci sono 108 Upaniṣad principali. Tra quelle, nove Upaniṣad sono molto importanti. Tra quelle nove Upaniṣad, Śvetāśvatara Upaniṣad, Taittireya Upaniṣad, Aitareya Upaniṣad, Īśopaniṣad o Īśa Upaniṣad, Muṇḍaka Upaniṣad, Māṇḍūkya Upaniṣad, Kaṭhopaniṣad, queste Upaniṣad sono molto importanti. E ogni volta che si argomenta su qualche punto, si deve fare riferimento a queste Upaniṣad.